lunedì 9 maggio 2011

Nell'infermeria...

Eccoci con il seguito un po' breve! purtroppo la cadenza in questo periodo precipiterà miseramente a causa della fine della scuola ma appena finiti gli esami salirà... o almeno lo spero... fatto sta ed è che siamo qui quindi:

Mi svegliai nel primo pomeriggio nella stessa posizione in cui mi avevano lasciata. L’ala era saldamente fasciata e il dolore era solo un ricordo, al suo posto c’era un intorpidimento diffuso a tutta la schiena per colpa del modo in cui ero sdraiata.
Mi alzai e staccai i vari fili che mi collegavano ai monitor i quali si spensero senza emettere un suono: anche se nella stanza ero l’unica paziente e la dottoressa non c’era, sapevo di non essere sola. Chiusi gli occhi e mi misi in ascolto. Eccolo. Impercettibile eppure innaturale. Il trascurabile micro-ronzio dell’obbiettivo dell’Osservatore di Uno che metteva a fuoco; nessuno se ne sarebbe accorto a meno che non sapesse cosa cercare, dove cercarlo e nel più totale silenzio.
“Partitina a go, Uno?” la sua voce fin troppo umana mi rispose immediatamente:
“Sai che sono sempre pronto a stracciarti… ma purtroppo non ne abbiamo il tempo, tra mezz’ora ti aspettano al club di tiro con l’arco, ordini di Mina Mino… il capitano non c’è.”
“Oh, Racquel-sempai… cos’ha?”
“Influenza, sta molto meglio di te. Fidati.”
“Sen…”
“Prima che tu lo chieda la rigenerazione è avvenuta con successo, sei operativa al 90% cerca di non strafare… per favore, ti prego, cerca di non volare… pensi che ce la farai?” mi sbalordiva sempre quanto mi venisse semplice dimenticare che non fosse un essere vivente…
“Posso provarci… Shaoran?” chiesi mentre mandavo un messaggio a Tomoyo per avvertirla che ero sveglia e operativa nonché per ringraziarla del cambio che mi aveva portato. Bendata per come ero sembravo una mummia…
“Oh, lui sta arrivando qui, ha smesso ora. È letteralmente stremato se gli vai incontro gli fai un gran favore.” Fece silenzio per qualche secondo, poi con tono di sufficienza butto lì un: “Sai che hai fatto colpo?”
“Coosa?” risposi arrossendo “E su chi? E in che senso?”
“… in che senso vuoi che sia? Si chiama Aral Mhyte. 22 anni. Accademia delle Sabbie Ardenti. dipartimento magia. Non molto dotato a dire il vero visti i risultati. Un lato positivo c’è… si impegna molto. Risultato: non credo faccia per te. Quello che penso sia perfetto inve-”
“Uno… - lo inerruppi – sei un computer non dovresti né credere né tantomeno pensare… parlerò col sempai stanne certo.” Dissi avviandomi. “anche perché – terminai con la mano sulla maniglia – è ora del check up. Sei individuabile.”

Aaaah il caro Uno... Quanto è tenero quel super-computer? Nuovi termini!!!
 -sempai:  indica un compagno o collega più anziano o superiore di grado che merita considerazione e rispetto, e non ha corrispettivi nella lingua italiana risultando intraducibile direttamente. Anche in questo caso non si tratta propriamente di un suffisso e spesso è utilizzato da solo, ma il suo utilizzo accostato ad un nome è simile.


Alla prossima ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooo!

1 commento:

  1. Eheheheheh... ancora non sa cosa la attende... << Sooono piccoli problemi di cuore... >> eccetera eccetera. E poi Uno non dovrebbe essere tenero, dovrebbe essere programmato per esserlo, il che è una sostanziale differenza, ma immagino che non sarà così, giusto?

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