martedì 3 maggio 2011

After school fight! The other face of the coin...

Scusate un po' di ritardo ma la scuola incalza e gli esami non guardano in faccia a nessuno.
Comunque, non vi scandalizzate, come già annunciato c'è un cambio di prospettiva. La storia non gira mica attorno a ad Aral e basta! Qualcuno vorrà pur sapere cosa pensa Nay'ar! Se la risposta è no... noooooooooooooooooooooooo TT.TT!! Vi pregooooooo leggete lo stessooooooooo!!! Bando alle ciance ecco qua:

“Nay’ar-chan, come stai?” come se ci fosse stato bisogno di chiederlo “Non troppo bene, Uno mi teletrasporteresti in infermeria? Non sono certa di farcela” la vista mi sia appannava, le fitte aumentavano di intensità ad ogni passo e la magia curativa di Paffir in casi di questo genere non serviva a nulla, “Certo, Nay”.
Sentii la gravità sparire per un attimo per poi ripiombarmi addosso improvvisamente con l’effetto di un ascensore. Gemetti all’arrivo in infermeria “Ecco fatto, scusa per l’arrivo, ma non posso farci nulla…” non riuscii a rispondere e senza volerlo mi accasciai del tutto su Tomoyo e Liberty che mi stavano tenendo in piedi. Sentii la voce di Paffir un po’ ovattata: “Ehi Nay’ar-san, Nay’ar-san! Resta con noi! Non svenire, non ancora per lo meno… cosa fare,cosa posso fare… perché non c’è la dottoressa quando serve? Posatela sul letto a pancia in giù” il terreno scomparve da sotto i miei piedi, ma come poteva importarmi di una cosa tanto marginale? Mi posarono su un letto.
“Io vado a chiamare la dottoressa, voi vedete di toglierle i vestiti e pulire le ferite tamponando, se sviene… a questo punto immagino sia meglio, non curatevene ma cercate di metterle l’ala in una posizione decorosa! Solo Esculappio-sama sa cosa bisognerebbe farle se comincia a guarire troppo in fretta, lei e il suo sangue draconico!” c’era qualcosa che mi diceva da lontano: ‘svieni Nay’ar, non vuoi sentire certe cose! Fidati!’ ma non riuscivo a farlo. Sempre ferma sulla soglia, in agonia. Così riuscii anche a sentire alcune frasi delle ragazze: “Ehi, abbastanza concitato il ragazzo!”
“Non è questo… è che… lui è un erborista! Non sopporta vedere la gente soffrire e non poter aiutare. Mi ha detto che non ha mai voluto fare il medico proprio per non vedere scene come questa… deve essere parecchio scosso” ooops, mi sa che avevo fatto un danno.
“Cosa intendeva con la storia di ‘Solo Esculappio-sama’ eccetera?” il gentile scosciare dell’acqua, il frenetico rovistare nei cassetti, erano una colonna sonora piuttosto azzeccata.
“Credo si riferisse al fatto che guarisce troppo in fretta. Una volta mi ha detto di aver visto in un libro di medicina le tecniche per spezzare le ossa di un paziente a cui si erano risaldate male…” spezzare… le ossa? A me?
“Per tutti gli orologi di Chonos! Ma è barbarie!”
“È quello che ha pensato anche lui, infatti non ha mai imparato a farlo. Taglia i vestiti io ho preso l’acqua calda. Le farà molto male.”
“Nay’ar, tesoro, ti farà molto male, cerca di non muoverti, ok?” che domanda stupida. Avrebbero potuto uccidermi in quell’istante e non sarei riuscita a muovere un muscolo! Snap-snap, facevano le forbici, la parte bassa del corpetto di cuoio si tagliò facilmente. Plic-plic, facevano le gocce dell’acqua calda mentre Liberty strizzava il panno prima di lavare via un po’ di sangue.
Tomoyo poi arrivò all’altezza delle scapole. Il corpetto si doveva sfilare in qualche modo dalle ali e sebbene il suo tocco fosse molto gentile il dolore fu troppo e finalmente svenni. Non credo se ne accorsero. Non emisi suono. Non ne avevo le forze.
In quel nero angolo di gentile oblio non c’erano sogni: solo io, lo snap-snap delle forbici e il plic-plic delle gocce.


Come avrete notato ci sono dei suffissi tipici della cultura nipponica, nel caso in cui vogliate una spiegazione eccola qua su un piatto d'argento:
1) -chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia.
Viene utilizzato anche per gli animali domestici.
2) -san:  utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro, un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile). 
3) -sama: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto.

Il testo sottolineato indica la connotazione che assume il suffisso nel nostro caso (Esculappio è il dio greco dell'erboristeria... è uno status abbastanza 'particolarmente elevato?'). Per le spiegazioni un grosso grazie a wikipedia... non avrei saputo come spiegarlo altrimenti... tendo a incartarmi a spiegare le cose semplici.
Al prossimo post! Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!

1 commento:

  1. Una scena sofferta... o più propriamente con molta sofferenza... Lasciarla cosciente tutto questo tempo è stata proprio una barbarie! Beh, vediamo come va a finire...

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