Ehilààà!!! Come vi procede il tutto? In questo periodo dovrò studiare... come sempre... però spero di riuscire a postare qualcosina ogni tanto... voi no? ad ogni modo... ecco il tanto atteso post... Mwahahahahahaahahahahahahah!!!!!!!!!!!!!!
Ah, dimenticavo, nella lettura vi imbatterete in frasi in giapponese... non vi spaventate sono solo le frasi di una canzone, il verde lo canta Nay, il Blu lo canta Castor e il rosso lo cantano insieme.
La canzone in particolare è 'Tsugai Kogarashi', cantata in origine dai vocaloid, è una delle canzoni che in genere mi piace da impazzire... e poi era perfetta... in realtà ce ne sarebbe stata un'altra ma... vabbè questa è un'altra storia... ASCOLTATELA e fatemi sapere mi raccomando.
Buona lettuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuraaaaaaaaaaaaaa!!!!
“C’hai messo una vita sorellina… Mina Mino era già lì che
saltellava dalla gioia…”
“Colpa di Uno… mi ha trattenuta con un problema da risolvere
assolutamente…”
“Nay’ar cara… per caso il problema da sistemare si chiama
Keichi Herd?”
“Ehi! Come fai a saperlo?”
“Cara… da quanto ti conosco?”
“Da tanto e con ciò?”
“So cosa ti passa per la testa… fidati di me… Tomoyo sa
tutto e poi… quello non è Herd con un tuo vestito addosso?” cavolo… mi aveva
sgamata prima del previsto… dopotutto… Tommy controllava il tempo… avrei dovuto
immaginarlo…
“E’ stato…” per fortuna il passaggio del rettore interruppe
la mia figuraccia.
“Uh uh! Ragazzi miei, è tutto a posto vero?”
“Sì signore” gli risposi “il palco è pronto, il suo leggio è
sistemato il microfono è online e l’orchestra è già al proprio posto in attesa
della sua entrata.”
“Molto bene figlioli, tra le altre cose… uhuh! Siete… come
dire… abbaglianti… complimenti.” Arrossii… dopo tutto ero stata io a fare quei
vestiti…
“Grazie signore.”
“Signore?” disse Shaoran chiudendo lo spiraglio di sipario
da cui aveva sbirciato
“Sì Li?”
“Penso proprio che siano arrivati tutti”
“Li ha ragione Rettore, ci sono proprio tutti” si intromise
Uno.
“Uhuh! Allora meglio che vada sul palco… uhuh! Preparatevi
uhuh!”
I professori delle discipline Maggiori (alias Mino, Ten,
Ghenzy e Tekku) salirono sul palco e si disposero ai propri posti.
Calò immediatamente il silenzio.
Noi, dietro le tende del sipario che nascondeva l’orchestra,
stavamo tremando di nervosismo ed eccitazione.
Non era la prima volta che un nostro evento prendeva vita,
ma questo era un evento memorabile e la tensione si faceva sentire tutta… nel momento sbagliato.
“Uno, tutto come da programma con le luci vero?”
“Certo Nay. Come sempre”
“Bene. Signor Rettore, al mio cenno salga sul palco.
Ten-sensei la presenterà, partirà il violino che ci farà sentire un po’ di
virtuosismo per circa 10 secondi e poi lei salirà. Tutto chiaro?”
“Uhuh! Certo mia cara. Più chiaro di così. Allora aspetto il
tuo cenno.”
“Grazie signore. Tomoyo voi andate pure a prendere posto in
pista. Da qui in poi voi dovete solo divertirvi.” Dissi loro sorridendo, ma il
Rettore li fermò:
“Aspettate miei cari, è meglio se restate qua per un po’,
capirete poi il perché uhuh!”
“Va bene signore. Resteremo qui.” Disse Tomoyo perplessa
Ten-sensei si avvicinò al microfono un po’ a disagio nel suo
completo rosso… sebbene quel taglio l’avessi già visto da qualche parte…
picchiettò un paio di volte sul microfono e poi prese a parlare schiarendosi la
voce:
“Ehm, salve ragazzi. Benvenuti a questo straordinario evento
auto organizzato. È straordinario proprio perché è auto organizzato. Ma ci sarà
tempo per parlare di questo, credo… comunque: l’importante è divertirsi. Tutti.
Quindi mi raccomando non facciamo scherzi di cattivo gusto con le bevande e il
cibo, zuffe, e tutte queste altre raccomandazioni che non vi dirò perché sono più
che impresse nella vostra memoria. Detto ciò, non si può certamente cominciare
un evento del genere senza un adeguato discorso di apertura. Ed è quindi con
grande piacere che vi lascio nelle mani, o meglio voce, del Rettore!” seguì uno scroscio di applausi
e feci cenno al violinista che cominciò col suo virtuosismo. Quando stava per
toccare le note finali feci cenno al Rettore che con un sorriso divertito salì
sul palco e si diresse al microfono. Posò i fogli del discorso sul leggio, poi
guardò l’oceano di persone in attesa, sorrise e cominciò a leggere:
“In questa stagione in cui cadono i petali di ciliegio ci
prepariamo… ah no, scusate… questo è il discorso dei laureandi… uhuh!” ci fu
una risata generale, mi coprii il viso con la mano e risi mio malgrado.
“Bene, uhuh! Ora che la tensione si è allentata possiamo
parlare.” Il rettore era sempre un genio, qualunque cosa facesse…
“Uhuh! Bene figlioli, ora penso che si possa fare un
discorso sensato. Sapete tutti perché siete qui: uhuh! Questo è un ballo di
benvenuto! Uhuh organizzato, come ben sapete, da vostri colleghi! Eccoli qua,
accogliamoli sul palco!! Tsubasa, Li, Kagurazawa, Keber, Lent, e gli altri
chiaramente uhuh!” ci sentimmo tutti obbligati a salire sul palco e io chiesi a
Uno l’ologramma dell’uniforme.
Ci sistemammo intorno al rettore. Tutti e dieci facevamo la
nostra figura…
“Non vi sembrano bravi? Hanno fatto tutto da soli, senza
aiuto esterno, è grazie a loro che l’orchestra è ad un livello alto questa sera
ed è sempre grazie a loro che tutto quello che vedete qui è stato messo in
piedi. Non è stato lavoro facile uhuh! No davvero. Quindi applausi, applausi!”
seguì uno scroscio di applausi a cui tutti, o quasi, rispondemmo con un inchino
imbarazzato. L’unico che sembrava perfettamente a suo agio era Zatch-sempai che
salutava apertamente il pubblico e sembrava felice della cosa. Shaoran era
viola, Paffir si torceva le mani, Liberty guardava fisso a terra, Tomoyo
giocherellava nervosamente con una ciocca di capelli e io, le guance in fiamme,
lottavo contro la coda per non farla comparire, i sempai per lo più si
mostravano imbarazzati in misura assai minore.
“Uhuh! Chiaramente parteciperanno anche loro perciò
sentitevi liberi di parlare con loro e di chiedere tutto quello che volete.”
Qualcosa mi disse di alzare lo sguardo e, quando lo feci,
gli occhi si posarono direttamente su una macchia in ombra. Da quella macchia
in ombra però i miei occhi non fecero per nulla fatica a distinguere la
familiare forma del vestito. Keichi mi stava fissando, appoggiato ad un muro un
po’ in disparte, con le braccia incrociate e uno strano luccichio negli occhi,
quegli così verdi… così…
‘Nay’ar, cara, qualcosa non va?’ Tomoyo si era accorta che
qualcosa non andava in me
‘Tutto a posto grazie… perché?’
‘Nay, lo stai fissando… ’
‘Non è vero! Non lo sto fissando… è lui che fissa me…’
distolse lo sguardo, con… disappunto?
“Uhuh! Miei cari penso di aver parlato abbastanza, vedo che
siete belli carichi! Uhuh! Allora esco di scena e vi auguro una buona serata!”
Scendemmo dal palco mentre chiedevo a Tomoyo “Oddio… quanto
mi sono persa?”
“Solo gli ultimi 20 minuti di discorso… niente di
estremamente importante… ma si può sapere che ti è preso? Fissarlo a quel modo…
ma non lo odiavi? Perdonami ma non capisco…”
“Non lo so… è come quando gli ho detto di mio padre, Tommy
tu sai che non spiffererei mai di Hareven ai 4 venti… non so perché l’ho
fatto”le risposi incerta.
“Ci risiamo… ne parliamo domani ok? Ora abbiamo da fare non
credi?” mi riscossi quasi subito
“Cavolo è vero! Uno le luci?”
“Spente”
“Professori, se volete prendere il vostro partner e
dirigervi al posto designato, vi sarei molto grata”
“Ma certo mia piccola Tsu!” mi rispose Ten-sensei porgendo a
Liberty un braccio e trotterellando verso il pubblico divertito.
“Grazie della disponibilità. Ora: Sha con Tekku-sensei,
Paffir con Ghenzi-sensei e Tommy con Mino-Sensei, io vado là sopra, quando Uno
mi darà il segnale, il sempai farà partire la musica, le luci si accenderanno
su di voi e dal primo passo tutto come da programma. Prendete posizione…
stasera ci mette in mostra. Fategli vedere come si fa.”
Tutti uscirono e si misero ai loro posti, era stato un
incubo insegnare a Wu Ten e Mina Mino a ballare quei pochi passi in modo da far
fare loro il primo ballo con noi studenti.
“Nay’ar! Allora, siamo pronti?” mi chiese Castor che aveva
seguito il discorso dalla folla di studenti
“Tutto a posto possiamo andare.”
Mi sorrise e mi fece cenno di precederlo
Prendemmo posto davanti ai microfoni, e disattivai
l’ologramma.
“Socia, sei splendida stasera” mi disse Castor facendomi
l’occhiolino,
“Grazie, socio, anche tu non sei male!” gli risposi
sorridendo.
Nell’orecchio sentii un ‘bip’, il segnale di Uno, quasi
contemporaneamente Zatch-sempai fece cenno all’orchestra, che cominciò a
suonare “Tsugai Kogarashi” una canzone dallo spiccato ritmo orientale, un
duetto dolce nella sua semplicità.
Avrebbero dovuto fare poche semplici figure ma dall’effetto
scenico incredibile… o almeno così speravo.
Durante la breve intro (noi al buio fino al momento stabilito)
Uno accese i riflettori sulle coppie interessate perfettamente a tempo e a intermittenza
fino alla fine della parte.
Poco dopo intonai la prima nota.
Tutti si girarono verso i punti luminosi e videro molto bene
i professori vestiti in abiti formali che erano accoppiati ai miei amici in
divisa e per di più posizionati di spalle… sui loro volti vedevo lo stupore,
questo mi divertiva.
‘kawaiiita kogarashi soyo soyo to’.
Mentre le donne facevano un passo verso il partner, questo
lentamente si voltava.
‘kawaiiita konoha wa hira
hira to’.
Si ritrovano l’uno di fronte all’altro, lei fa qualche passo
timido verso di lui, si guardano chinano la testa, a mo di saluto.
Da qui in poi sono figure per lo più di braccia, l’uno è
l’ombra dell’altra e viceversa in modo da non far capire mai chi sia la vera
ombra, ecco, un giro su se stessi, un’inseguirsi giocoso (dopotutto la canzone
parlava di due venti).
Si fermano, si guardano, accennano un inchino.
‘ari mo sezu’.
I partner si separano, i professori arretrano mentre i loro
vestiti diventavano le mise di sempre, quelle da professori (i miracoli di Uno
erano sempre i migliori).
Ora arrivava la mia parte preferita: la strumentale.
Era a ritmo più sostenuto, i ballerini rimasti (ovvero
Shaoran & co) si scambiavano a questo punto i posti, in un frenetico ma
raffinato volteggiare, nella spasmodica ricerca del proprio partner.
O almeno, questo era il piano… frenetico lo era di sicuro…ma
nel complesso… non male.
Si ritrovarono appena in tempo. Ricominciammo a cantare, le
uniformi scomparvero per lasciare posto ai veri abiti… uno spettacolo inaudito.
‘kawaiiitakonohawahirahirato’.
Lui fa due passi, porta le braccia in alto e le fa scendere
descrivendo nell’aria una sorta di DNA (era stato l’unico modo per farlo capire
ad uno Shaoran in crisi perché trovava il tutto molto imbarazzante. Se si fosse
visto ora… forse avrebbe cambiato idea… era quasi… si, si poteva definire
‘figo’).
‘kawaiiitakogarashisoyosoyoto’.
Lei porta una mano ad altezza fronte, fa un giro su se
stessa e se la riporta al fianco facendola fluttuare come una foglia mossa dal
vento.
E poi una nuova coreografia: non più una semplice
emulazione, non più il gioco delle ombre ma, figure partecipative, spesso
indipendenti per i due partner (ad esempio una figura in cui lui fingeva di
brandire una spada e di eseguire semplici mosse con essa, mentre lei gli
danzava intorno), una specie di compenetrazione di luce e ombra… erano davvero
belli visti dal palco.
E ci avvicinavamo al finale glorioso. I due giravano in
cerchio, le figure descritte erano speculari l’una all’altra. Di una dolcezza
disarmante.
‘kosure sazameku konoha to tomo ni’
Lei ondeggia le braccia ai suoi fianchi come il vento e
tende una mano verso di lui.
‘kakeru ichijin no kaze to tomo ni’
Lui fa un passo incerto, gira su se stesso e allunga una
mano verso di lei.
‘todomaru koto naku hitahashiru/kawaita uta to tsugai-kogarashi’
Girano in cerchio, come a rincorrersi, imitando il
rincorrersi dei venti.
Ed ecco finalmente la parte migliore: la strumentale finale.
Due lenti passi per avvicinarsi, ancora un cerchio e allungo
di mano che sfiora soltanto quella del partner. Lei si volta ed entrambi
guardano in un luogo sconosciuto (o conosciuto… era chiaramente dove sapevano
che ci sarebbero state le telecamere di Uno… li avevo istruiti così bene
uhuh!).
Solo quando anche l’ultima nota esalò l’ultimo respiro, si
accesero le luci sul palco e la piazza prese a brillare di luce propria.
Lo scroscio di applausi, i fischi, gli ululati di
congratulazioni erano assordanti.
Un inizio con i fiocchi!
La serata non poteva che evolvere in meglio.
Eccoci! fine prima parte si potrebbe dire.... sconvolgimenti, scene disarmanti e molto altro nella prossima puntata di Nay'ar Chronicle: "Quando accade l'impossibile"!.... NON PERDETELO!!! Al prossimo post!! Ciaaaaaaaaaaaaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!